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dicembre
Ri-vediamoli
dal 30 novembre 2020
Rubrica on-line
Rubrica bimensile "Ri-vediamoli", per ri-scoprire insieme film che ancora, nonostante il tempo trascorso dalla loro uscita nelle sale cinematografiche, suscitano emozioni, dubbi e desiderio di parlarne.
Chiudiamo l’anno con un film importante e assolutamente unico: “Barry Lyndon” di Stanley Kubrick (1975).
Tratto da un romanzo settecentesco di William Makepeace Thackeray, il film descrive e denuncia una società classista, ipocrita e violenta, dove il potere dell’aristocrazia è totale. La Rivoluzione Francese è ancora lontana e il nostro eroe di umili origini Redmond Barry, interpretato da un magnifico Ryan O’Neal, si avventura in territori a lui avversi provando a farsi strada con ambizione e senza alcun vincolo morale.
La storia di Barry si inserisce alla perfezione nella visione desolata, ironica e oscura che Kubrick aveva dell’uomo. Le vicende del giovane, che si susseguono con un senso cupo di ineluttabilità del destino umano, fanno da contrasto alla sontuosità della fotografia e delle musiche. La bellezza delle immagini (riprese in esterno con luce naturale, in alcuni tratti riconducibili alle pitture di Hogarth, e all’interno con candele e lumi ad olio), così come la scelta delle musiche (Bach, Paisiello, Händel, Mozart, Federico il Grande e, anacronisticamente, Schubert, adattate da Leonard Rosenman), ci avvicinano con tenerezza alla grande malinconia di Redmond, reietto in un mondo solo apparentemente bello.
Kubrick è un regista meticoloso e lo si evince dalla cura che pone in tutto ciò che fa: dalla scelta dei costumi alla fotografia, per la quale ha utilizzato una macchina da presa con obiettivi speciali Zeiss e una pellicola ad alta risoluzione forniti dalla NASA.
“Per Barry Lyndon ho creato un vastissimo archivio iconografico di disegni e di dipinti presi da libri d’arte. Queste figure servirono come punto di riferimento per tutto quello che avevamo bisogno di creare (…). Una buona ricerca è assolutamente indispensabile e mi diverte farla. (…) Mi ci volle un anno per preparare Barry Lyndon prima di passare alla lavorazione, e credo che sia un tempo assai ben speso. Il punto di partenza e la conditio sine qua non di qualsiasi vicenda storica o fantascientifica consistono nel farvi credere in quello che vedete.”, Stanley Kubrick.
L’impegno fu davvero notevole (le riprese durarono infatti circa due anni), eppure il film fu accolto freddamente dalla critica e dal pubblico. Solo col tempo sembra essere stato apprezzato. La pellicola vinse comunque, nel 1976, quattro premi Oscar: Migliore Fotografia, Migliore Scenografia, Migliori Costumi e Miglior Colonna Sonora. Nel 1977, arrivò anche un David di Donatello: David Europeo a Stanley Kubrick.
➡ Da segnalare la voce narrante di Romolo Valli che conferisce alla vicenda un tocco leggero e beffardo.
🎬 La storia parte dall’Irlanda, durante la Guerra dei Sette Anni. Redmond Barry, giovane irlandese di modeste condizioni, sfida a duello, per amore della sua frivola cugina Nora, un capitano inglese che l'ha chiesta in moglie. Convinto di averlo eliminato, parte per Dublino, ma lungo la strada viene derubato ed è costretto ad arruolarsi nell'esercito inglese in lotta contro i francesi. Diserta ma viene scoperto e non gli resta che militare con i prussiani, alleati degli inglesi. La vita in questo esercito si rivela difficile e Redmond perde qualsiasi moralità. Riesce momentaneamente a farsi valere e questo gli giova. Viene infatti allontanato dal fronte e inviato in città per un lavoro di spionaggio. La persona da spiare, un losco individuo dedito al gioco e all’imbroglio, è però di origini irlandesi, così Redmond decide di affiancarlo e di informare parzialmente i prussiani sulle intenzioni del suo ormai socio in affari. Prima di essere scoperti, i due riescono a fuggire e vagano per mezza Europa barando al gioco. Barry, non contento, vuole un titolo nobiliare e l’occasione arriva quando incontra la giovane contessa Lady Lyndon, sposata con il ricchissimo e molto malato conte Lyndon, alla cui morte Barry succede nel talamo. Questo matrimonio, che dovrebbe rappresentare il culmine della sua fortuna, lo porterà invece alla rovina...
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