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dicembre

Appello per la cultura

Appello per la cultura

dal 14 marzo 2020

Il documento siglato dagli assessori alla cultura delle principali città italiane chiede al governo un sostegno rapido a tutta la filiera che sta subendo la crisi in seguito alle restrizioni finalizzate a ridurre i rischi di contagio in questo periodo segnato dalla pandemia del Coronavirus.

Partito da Roma, l’appello per ora è stato firmato da Milano, Firenze, Bologna, Napoli, Palermo, Bari, Venezia, Genova e Torino: al suo interno sono elencate una serie di misure utili per evitare di far fallire “un tratto distintivo dell’Italia e una risorsa fondamentale del Paese”.

Ecco il testo.

Al Governo della Repubblica Italiana, ai Presidenti delle Regioni

Arginare la diffusione di COVID-19 richiede sacrifici a tutti. E tutti dobbiamo rigorosamente seguire le regole e ridurre al minimo i contatti: SI, #iorestoacasa.
La sospensione totale delle attività culturali è stata la prima delle misure di riduzione della socialità, prima nelle regioni settentrionali e poi in tutta Italia. Ora sono indispensabili e non rinviabili misure che ne assorbano gli impatti.

La produzione e i servizi legati allo spettacolo dal vivo, alle arti visive, al cinema, all’editoria, ai musei, alle biblioteche e agli archivi, all’offerta di esperienze culturali in generale, si regge largamente su lavoratori con poche garanzie e che, in un momento come quello che stiamo vivendo, rischiano tutto. Sono donne e uomini che vivono spesso di un’economia fatta di passione ma con piccolissimi margini di sopravvivenza, di rischio costante. Artisti e operatori con contratti atipici, partite IVA, freelance, prestazione occasionale o a giornata, e così via. Talvolta riuniti in associazioni, cooperative, piccole imprese, reti e anche naturalmente lavoratori dipendenti, spesso a termine.

L’intero mondo della cultura poggia anche sulle loro spalle e senza interventi rapidi di sostegno non sarà in grado di riprendersi dalla crisi, con conseguenze gravissime che ricadono sul paese intero.

La vita culturale è un tratto distintivo dell’Italia e una risorsa fondamentale del Paese: è il nostro miglior biglietto da visita nel mondo, dà lavoro qualificato a milioni di persone, è un fattore determinante per il benessere e per la qualità della vita, per la democrazia e per la coesione sociale.

Chiediamo dunque nell’immediato di:
– dichiarare lo stato di crisi per l’intero settore culturale pubblico e privato
– estendere tutti gli strumenti disponibili di tutela dell’occupazione previsti nello stato di crisi a tutte le categorie di lavoratori, a prescindere dalle tipologie di contratto di lavoro
– estendere, anche temporaneamente per i prossimi mesi, l’accesso al reddito di cittadinanza ad operatori – con o senza partita IVA – del settore culturale
– introdurre strumenti di tutela nei confronti dei lavoratori di un settore dove il precariato è strutturale
– intervenire sul sistema bancario per la sospensione temporanea dei pagamenti del credito a breve e medio termine ed estensione dei termini di scadenza per una durata pari a quella della sospensione
– ampliare la platea di beneficiari del FUS e considerare il periodo di interruzione dell’attività dovuta alle disposizioni dello Stato con criteri che non generino una riduzione dei contributi assegnati, nonché destinare risorse straordinarie per compensare la caduta delle entrate proprie di enti, istituzioni e organizzazioni
– emanare norme specifiche per autorizzare gli enti locali ad operare in deroga a norme generali e specifiche concernenti l’erogazione di contributi alle attività culturali e la riscossione di oneri e imposte locali.

La cultura ha da sempre una grande capacità di generare fiducia, senso di comunità, speranza, di immaginare scenari inediti pur nella più difficile delle situazioni storiche. Sono già tante le iniziative prese da chi vi lavora per essere vicini ai nostri concittadini nelle loro case. E tante altre lo saranno.
E’ urgente che la Repubblica Italiana faccia la sua parte per sostenere questo mondo.